"Ma vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo." O. Fallaci

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Martino e le piccole cose

C’era una volta un paese non molto lontano, dove scatole nere e rettangolari parlavano e suonavano, le carrozze avevano le ruote e piccoli oggetti di vari colori abbattevano le distanze facendo giungere una voce lontana.

In questo paese non molto lontano viveva Martino. Un giovane speranzoso e altruista che sognava l’amore. Un giorno cercò e trovò la sua felicità in una piccola e docile donna di nome Vittoria che attenzioni e premure a lui regalava, senza chiedere nulla in cambio se non che il suo cuore a lei per l’eternità appartenesse, senza dolori e preoccupazioni. Di amore voleva esser nutrita, niente di più.

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Mare Monstrum

Tanti bambini morti.
Con la speranza, quella dei loro genitori, morti con loro, di un futuro migliore. Spinti da qualcuno o qualcosa. Ma quei bambini morti con il vestitino più carino per affrontare la tomba blu, volevano soltanto giocare e imparare a vivere, un giorno. Ma ancora non pensavano a questo. Erano troppo piccoli.

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Una visita al Silenzio

Lunedì, 3 agosto.

Le case bianche della cittadina garganica ci riposavano gli occhi, la mente, il cuore. Erano costruite verso l’alto come a voler toccare il cielo, e un leggero respiro di vento le accarezzava delicatamente donando loro sollievo, dopo i caldi raggi del sole.
Avevo visto quel paese soltanto un’altra volta, avevo visto alcuni colori nel visitarlo, quel lunedì ne ho colto le sfumature, delicate e suggestive.

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Il primo bacio sulla luna

Sono state scritte canzoni, poesie e filastrocche, sono nati amori, bimbi e progetti sotto la pallida luce di quel vicino e unico satellite che ci guarda e ci protegge nelle notti buie. Circondato da stelle e da pianeti, continua ad affascinare e ad ispirare poeti, scrittori, persone.

Eppure in pochi sanno che “Il primo bacio sulla luna” c’è stato davvero. E c’è. Ad ogni plenilunio. Quelle macchie irregolari non sono frutto di un proiettile lanciato nel 1902 dal genio di Méliès.

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Alice e la Rosa

Era la rosa più bella che avesse mai colto.

Ogni pomeriggio, prima del calar del sole, Alice passeggiava nel suo giardino e andava alla ricerca di rose. Alice collezionava rose. Le aveva viste di tutti i colori e di tutte le dimensioni, con le spine e lisce come la seta, appena nate e appena morte.
Quel giorno, Alice, aveva trovato nel suo cammino, la rosa più bella che avesse mai visto. La rosa più bella che avesse mai colto. La rosa più buona, la rosa più rara.
Nonostante fosse entrata da poco a far parte della sua collezione, Alice l’amava più delle altre, come se fosse stata lì sempre.

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